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Differenziata di qualità.

Da inizio 2023 in Italia c’è una forte contrazione nella produzione
dei rifiuti e quelli “buoni” stanno aumentando di valore.
Secondo il direttore generale di Ersu Walter Bresciani Gatti è il
segno di un’economia che si autoalimenta trovando un propriospazio nel mercato tradizionale

Il primo approccio al mondo dell’impresa green è stato tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila. Andavo nelle discariche, captavo il biogas e da quello ottenevamo energia elettrica». Da allora nel percorso professionale di Walter Bresciani Gatti, dal 2014 direttore generale di Ersu, società di gestione dei rifiuti per sette Comuni del comprensorio Apuo-Versiliese, di cose ne sono cambiate molte.

 

Lo scatto in avanti verso un fare impresa green a quando risale?

Nel 2007 da libero professionista passo nel mondo dell’impresa come direttore, prima tecnico poi generale, di Ersu a Pietrasanta (Lu). Qui, memore delle conoscenze che avevo maturato a valle e di problemi enormi come quelli generati dalle discariche incontrollate in Campania, il primo obiettivo e stato di non creare rifiuto indifferenziato. Per farlo abbiamo investito sulla raccolta differenziata e sul porta a porta di qualità. In quegli anni, specialmente in Toscana, sul tipo di raccolta si stavano affermando diversi modelli. Nel 2008 da un incontro con Raphael Rossi e nata l’idea di partire con la differenziata per il multimateriale leggero con la raccolta del vetro monomateriale.
All’epoca, addirittura, facemmo un progetto dividendo il vetro tra colorato e bianco per le utenze commerciali. Il modello che ne e maturato l’ho poi esportato prima in Versilia,
successivamente all’Isola d’Elba e, infine, nella provincia di Massa Carrara.

Oggi Ersu cosa rappresenta nel panorama nazionale e quali obiettivi si pone per il futuro?

Il futuro e sempre più orientato verso l’end of waste. I tempi sono maturi perché e diventato maturo il produttore, vale a dire il cittadino. Trattare ancora determinate frazioni merceologiche come rifiuto
e superato. Su carta e cartone siamo già nell’end of waste, per

i rottami di vetro ci stiamo arrivando. Il mercato del biogas, a causa della crisi energetica, ha rinnovato la filiera del recupero dell’organico. L’orizzonte e tracciato: si produrrà un materiale sapendo che, una volta digerito, produrrà a sua volta biometano.
Siamo avanti anche con secco o scarto plastico come sostituto del carbone.
Ersu li ha gia certificati come end of waste per i cementifici. Sono altri spazi che sottraiamo sostituendo l’uso di fonte fossile. Se interveniamo allo stesso modo anche sulla plastica presto potremo intravedere un mondo nel quale non solo raccogli risorse dai rifiuti che generi ma poi sei anche in grado di rivenderle.

Stiamo già andando in questa direzione?

Da inizio 2023 c’e una forte contrazione della produzione dei rifiuti. In parallelo c’e stato un enorme
incremento del valore dei rifiuti buoni – quindi carta e cartone e rottami di vetro – e un crollo del costo del recupero dell’organico. Sono tutti segnali che fanno pensare che questa economia si sta autoalimentando, trovando anche un proprio posto nel mercato tradizionale e non solo
in quello consortile con una propria autonomia e indipendenza economica e industriale. Questa tendenza non può fare altro che incentivare quelle aziende che investono in una raccolta sempre più di qualità.

(Articolo da: Rifiuti Oggi 2023 dossier Comuni Ricicloni – La Nuova Ecologia)

Visita il sito la Nuova ecologia o Scarica l’articolo integrale da qui: Rifiuti Oggi 2023 dossier Comuni Ricicloni